Sabato 2 luglio, presidio a Luserna

La centrale a biomasse è stata imposta contro il volere della popolazione

Manifestiamo ancora un volta che la popolazione di Luserna San Giovanni e di tutta la Valle è contraria a questa centrale e al suo teleriscaldamento. Questa centrale non la vogliamo perchè: è insensata la sua collocazione nel cuore del centro abitato; siamo preoccupati per la tutela della qualità dell’aria e per la salute della cittadinanza; questa centrale non svolge alcuna funzione di pubblica utilità ma serve esclusivamente a creare profitti privati con gli incentivi statali che paghiamo tutti noi.

SABATO 2 LUGLIO

PRESIDIO DAVANTI ALLA CENTRALE

ritrovo alle ore 10 davanti al Comune di Luserna.

volantino 2 luglio

Serata pubblica – giovedì 24 marzo ore 18

Difendiamo  l’aria buona della Valle! La Centrale a biomasse è nociva!

Un dato è certo: l’aria della Val Pellice fino a gennaio era un’aria pulita, certo molto più pulita di quella che si respira normalmente nelle città della pianura padana. Questa è una buona notizia, ma noi vogliamo difendere quell’aria pulita, per noi e per i nostri figli!

L’assemblea voluta dall’amministrazione comunale di Luserna del 9 marzo ha dimostrato in modo evidente che noi, cittadini di Luserna continuiamo  ad essere contrari alla Centrale a biomasse, che non abbiamo alcuna intenzione di darci per vinti solo perché la centrale ha iniziato a funzionare e che non resteremo un anno con le mani in mano ad aspettare i dati dell’Arpa sulla qualità dell’aria.

  • Continuiamo a contestare la insensata collocazione della centrale nella vicinanza di abitazioni e impianti sportivi (e i tecnici dell’agenzia Metropolitana non hanno saputo spiegare in maniera convincente come sia potuto accadere che sia stato autorizzato un impianto di questo tipo in quel luogo).
    • Continuiamo a pensare che la centrale a biomasse non stia svolgendo alcuna funzione di pubblica utilità per la cittadinanza in quanto l’impianto di cogenerazione termica (obbligatoria per legge) al momento è solo un insieme di linee sulla carta. Il sindaco di Luserna ha detto che il Comune non intende allacciare alcun edificio pubblico a questo eventuale impianto.  Anzi crediamo che la lotta contro la centrale debba ripartire da qui, dall’impegno nel convincere  cittadini e imprese locali al non collegarsi all’impianto di cogenerazione termica della centrale, come manifestazione evidente del disaccordo con la presenza dell’impianto stesso.
    • Continuiamo a pensare che sia assurdo che, come spiegato dai tecnici provinciali, l’energia erogata dalla centrale va per il 20% in elettricità, mentre l’80% viene sprecato perché manca la rete di teleriscaldamento, quindi la centrale ha una resa bassissima.
    • E’ sempre più chiaro che, come hanno detto i tecnici della Città metropolitana (l’ex Provincia),  l’unica logica nell’apertura della centrale di Luserna sia la logica del guadagno individuale di un singolo imprenditore ed è legata soltanto all’incentivazione statale sulla produzione di energie cosiddette “rinnovabili” (esattamente come nel caso delle centraline idroelettriche che infestano i fiumi della Valle). Senza quegli incentivi l’imprenditore non avrebbe mai aperto quella centrale. Cioè, ci danneggia l’aria che respiriamo pagato con i nostri soldi!

 

  • Non siamo disposti a svendere la nostra salute per risparmiare quattro soldi!!!

 

  • E’ evidente che  è semplicemente demenziale l’assenza di un piano strategico territoriale che regoli la nascita e la collocazione di questo tipo di impianti.

Per questo, come Comitato per i Beni Comuni della Val Pellice, invitiamo il Comitato Luserna Attiva (che ha raccolto oltre 2.000 firme contro la centrale e che ha promosso le iniziative legali per ritardarne almeno l’apertura), le altre associazioni e soprattutto i cittadini ad incontrarsi per organizzare il proseguimento della giusta opposizione a questa nocività, non lasciando da soli le persone che abitano vicino alla centrale.

Vediamoci per una riunione

Giovedì 24 marzo ore 18

Sala d’arte comunale via ex Deportati e internati

Luserna San Giovanni

Fallimento Agess: a pagare non possono essere gli altri comuni!

sviluppo insostenibile

Il Fallimento AGESS spa (l’Agenzia per lo sviluppo sostenibile fallita nel 2005) ha lasciato in sei anni di attività un debito di 2,3 milioni di euro (e un buco di 5 milioni di euro!).

Sulla vicenda Agess in Val Pellice non si è mai potuto discutere pubblicamente, prima perché c’era il processo, poi per non fare “il gioco degli altri”, probabilmente per semplice omertà.
Agess è stata una spa (una società per azioni) di fatto a capitale pubblico, nata nel 1999 per volere della Comunità montana Val Pellice. E’ stato un progetto nato in questa valle, voluto da amministratori locali di centro-sinistra che hanno nomi e cognomi ben precisi e che in valle tutti conoscono. Una possibile storia di Agess l’abbiamo ricostruita e si può trovare QUI.
Oggi a pagare il debito di Agess saranno, per una sentenza di tribunale e per un accordo in Regione, tutti i comuni della ex Comunità montana del Pinerolese, all’interno della quale era confluita la Comunità montana Val Pellice.

Ma questo è profondamente ingiusto.
Perché mai dovrebbe pagare per questo fallimento, nato e cresciuto tutto in Val Pellice, un cittadino della Val Chisone?
E perché ancora una volta i politici e gli amministratori della Val Pellice se ne stanno tutti zitti? Nessuno ha la dignità di dire una cosa ovvia: che non è giusto che a pagare per i danni fatti dai nostri amministratori e politici siano i cittadini di altri territori?
Chiediamo:

  1. un sussulto di dignità da parte degli amministratori locali di Valle, che dicano chiaramente che è demenziale chiedere che altri paghino i nostri debiti.
  2. che si apra un dibattito in Valle su chi deve pagare quei 2,3 milioni di euro: i cittadini dei comuni della ex comunità montana Val Pellice o gli ex amministratori di quella comunità montana e/o i dirigenti e i consiglieri di amministrazione di Agess spa (che magari ancora oggi sono a capo di amministrazioni locali come a Villar Pellice)?

E’ chiedere troppo?
Prima di poter discutere seriamente sul futuro della val Pellice, di fusioni o di altri progetti, è necessario chiudere definitivamente, con chiarezza e dignità, la vicenda Agess e che tutti gli amministratori e i politici che ne sono responsabili si facciano definitivamente da parte.

Centrale a biomasse a Luserna San Giovanni

centrale-biomasse-foto

Non bruciamo il nostro futuro!

Nessuno riuscirà a convincerci che nel 2016 abbia senso avviare un impianto di tipo industriale nel centro di Luserna San Giovanni. Siamo (quasi) sicuri che le emissioni della centrale a biomasse,

salvo incidenti, resteranno sempre entro i limiti massimi stabiliti dalla legge, ma non ci consola essere inquinati a termini di legge!

Con la messa in funzione della centrale a biomasse tutti subiremo certamente questi effetti collaterali:

Peggiorerà la qualità dell’aria e del suolo, perchè tutta la produzione di elementi inquinanti è aggiuntiva rispetto a quelli già presenti.

Avrà un effetto negativo sulla vocazione turistica dell’intera valle, un impianto di questo tipo pregiudica negativamente i flussi turistici che puntano ad una alta qualità ambientale.

Compromette le attività agricole e di allevamento, in particolare quelle di tipo biologico.

Aumenta, a termini di legge, i rischi sanitari cancellando ogni principio di precauzione.

Deturpa il paesaggio nell’area attrezzata più estesa, dal punto di vista ludico-sportivo, dell’intera Valle.

Compromette qualsiasi possibilità di riqualificare questa intera area.

Svaluta in modo consistente il patrimonio edilizio di una vasta zona attorno alla centrale.

Non porta nessun beneficio dal punto di vista occupazionale ed economico.

Aumenta in modo importante il traffico di autocarri in transito nel punto della Valle già pesantemente condizionato dal traffico.

Per la somma di tutti questi effetti incide negativamente ben oltre i confini del Comune di Luserna San Giovanni.

Non accettiamo che tutti questi effetti negativi, anche se fossero contenuti nei limiti massimi consentiti dalle leggi, siano indotti dall’unico scopo della centrale che è quello di creare profitto.

Cliccando qua si può scaricare questo volantino in formato .pdf comodo da stampare e diffondere.

Una felice giornata a Villar Pellice

Domenica 24 gennaio 2016 si è svolta a Villar Pellice la nostra piccola manifestazione contro la proposta di realizzare una nuova centralina idroelettrica nella comba dei carbonieri. Una cinquantina di adulti e numerosi bambini hanno accompagnato questo colorato corteo per le vie di Villar in una mattinata piena di sole. Sono stati distribuiti questi volantini e la mappa idroelettrica realizzata dal nostro comitato. Abbiamo il piacere di condividere con voi alcune foto che raccontano la giornata:

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I primi cartelli cominciano a comparire in piazza Willy Jervis…

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I bambini se ne impossessano presto, agitandoli al sole. Primi capannelli di persone si formano.

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Viene preparato un secchio con la scritta “Acqua bene comune – No a nuove centraline“.

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Ci si avvicina alla fontana per riempire il secchio.

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Il secchio viene affidato a un bimbino che lo porterà in corteo.

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Ci si muove per le vie di Villar!

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Il secchio con l’acqua presa dalla fontana – acqua di tutti! – viene simbolicamente portato davanti al comune.

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Ecco il secchio, che simbolicamente vorrebbe spronare l’amministrazione e la sindaca di Villar a occuparsi dei pericoli derivanti dalla speculazione idroelettrica. L’acqua pubblica continuerà a essere svenduta per un piatto di lenticchie?

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Il temibile Children Block. Cosa gli racconteremo quando non ci sarà più acqua nei torrenti?

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Alcuni richiedenti asilo ospitati alla Crumiere vengono coinvolti in un ballo che segna la fine della mattinata. Un bell’epilogo fatto di socialità, apertura e condivisione, nell’augurio che i corpi che si intrecciano nella danza continuino a essere solidali e fraterni.

Un articolo di Marco Rostan sulla giornata si può leggere su Riforma online.

La sindaca di Villar Pellice sbaglia e non aiuta la comunità

sindaca

La sindaca di Villar Pellice Lilia Garnier fin da agosto ripete sempre la stessa storia: “sessanta migranti a Villar sono troppi”. Rispettiamo questa idea, ma un sindaco non può fermarsi ad una idea sola.
Dovrebbe aiutare la sua comunità ad affrontare positivamente una situazione nuova e inedita per Villar Pellice, invece di ripetere sempre e solo la stessa filastrocca.

Abbiamo inutilmente aspettato in silenzio (per non creare polemiche) un gesto di apertura da parte sua, uno solo, che finora non è mai arrivato. Per questo, adesso, diciamo pubblicamente che il sindaco ha sbagliato, e ha sbagliato gravemente per i seguenti motivi:

  1. non essere presente al momento dell’arrivo dei richiedenti asilo, perché era necessaria una sua parola in quel momento. Le parole giuste sono state trovate da Don Buffa, dai rappresentanti della Diaconia Valdese. Sono mancate solo le sue.
  2. non andare alla Crumière nei giorni successivi all’arrivo dei migranti per incontrarli, perché quelle sono persone che vivono e vivranno per mesi a Villar, e non sono fantasmi che basta ignorare perché scompaiano.
  3. non pensare di utilizzare la Festa d’autunno del 18-19 ottobre per costruire un momento di incontro tra gli abitanti e gli ospiti della Crumière, facendo invece, come ha fatto, pressione sulla Diaconia perché quel giorno i richiedenti asilo “gentilmente” sparissero dalla circolazione per evitare problemi.
  4. non essere presente alla Festa dell’accoglienza organizzata dalla Diaconia valdese il 31 ottobre alla Crumière, perdendo un’altra occasione importante;
  5. non ricordare ai cittadini della Valle che la Crumière era chiusa dal 2005, a causa del fallimento dell’AGESS (del cui CdA faceva parte anche la Signora Lilia Garnier); Crumière ristrutturata con soldi pubblici (cioè nostri), poi ricomprata con soldi pubblici (cioè sempre nostri) dalla Regione e non più utilizzata da allora e che finalmente è stata restituita ad un uso sociale. Forse, se in dieci anni ci fosse stato un progetto diverso e non l’abbandono, adesso parleremmo di altro.

Sembra quasi che il sindaco non aspetti altro che succeda qualcosa per veder confermare la sua tesi preconcetta che sessanta migranti sono troppi per Villar e che questo progetto di accoglienza e di integrazione è destinato a creare problemi.
E’ quello che è successo giovedì 5 novembre di fronte ad un episodio certo negativo, ma di ridotte dimensioni (due migranti della Crumière hanno litigato su un pullman), ha convocato in fretta e furia un incontro in Comune con i genitori dei ragazzini che usano il mezzo, drammatizzando così l’accaduto.

Se avessero litigato due italiani la riunione sarebbe stata convocata ugualmente?

Non ci risulta che il sindaco abbia convocato le mamme dei giovani che si sono ubriacati alla festa del paese: è meno grave perché sono bianchi? I problemi che potranno sorgere devono essere affrontati da tutti con serietà, non con strumentalizzazioni inutili, non alimentando paura e diffidenza.

Costruire le condizioni della convivenza tra tutti dovrebbe essere sentito come un dovere da parte di un sindaco.
Continuare in questo atteggiamento ostile significa lavorare di fatto contro l’integrazione, atteggiamento tanto più grave per chi ha incarichi istituzionali.

Molti cittadini di Villar Pellice e della valle, donne e uomini di buona volontà, nonostante questo, si stanno dando da fare per superare le difficoltà e aiutare il progetto di accoglienza della Crumière.
Il Sindaco, finalmente, faccia la sua parte!

Per una società aperta

Quello che sta succedendo in queste settimane in Europa è qualcosa di storico. Da Ventimiglia all’Eurotunnel a Calais, dall’Ungheria alla Macedonia, i confini vengono attraversati, violati, contesi, da migliaia di perone in fuga dalla guerra, dalla miseria, in cerca di un futuro migliore.

L’Europa risponde in maniera contraddittoria: si costruiscono muri e si arrestano i migranti in Ungheria, si chiude la frontiera danese, la Germania apre a 500.000 profughi siriani.
Il mondo è arrivato anche in Val Pellice: a Villar sessanta migranti sono ospitati alla Crumière. Altri sono a Luserna e a Torre.

Di fronte a questi eventi straordinari ognuno di noi deve prendere posizione.
Molti europei hanno saputo accogliere i migranti: i cittadini austriaci e ungheresi hanno fatto la spola tra la stazione di Budapest e la frontiera austriaca, aiutando i migranti che attraversavano a piedi l’Ungheria, e disobbedendo alle indicazioni del governo xenofobo ungherese.

Alla stazione di Monaco di Baviera e in Germania la solidarietà delle persone comuni nei confronti dei rifugiati è impressionante.
In Islanda migliaia di persone hanno dato disponibilità ad accogliere dei migranti a casa loro.
Europei per una società aperta al mondo da una parte,
chi costruisce muri, stende filo spinato, agita la paura, dall’altra.
Sta a noi, a ciascuno di noi, scegliere da che parte stare!

Accoglienza diffusa

Un’altra iniziativa in solidarietà ai richiedenti asilo:

PER UN PROGETTO DI ACCOGLIENZA DIFFUSA DEI MIGRANTI IN VAL PELLICE.

APRIAMO LE NOSTRE CASE!

In questa estate abbiamo assistito a qualcosa di straordinario, una ondata massiccia di arrivi di rifugiati, migranti, richiedenti asilo, che hanno attraversato le frontiere e i mari, scavalcando fili spinati e muri, percorrendo a piedi centinaia di chilometri, pur di sperare in un futuro migliore. Abbiamo pianto nel vedere la foto del bambino siriano annegato sulle spiagge turche In Europa c’è chi ha costruito muri e chi ha scelto di dare rifugio a chi scappa dalla guerra in Siria. Le associazioni, le chiese hanno messo in piedi progetti di accoglienza, come è successo ad esempio a Villar Pellice, mentre le inchieste dimostravano che altri speculavano e si arricchivano addirittura sui migranti. Papa Francesco ha chiesto di aprire le parrocchie ai migranti, chiedendo ad ogni parrocchia di accogliere 5 migranti. In molti si stanno muovendo. Tocca anche a noi fare qualcosa. Noi crediamo che questa situazione, che cambierà il volto dell’Europa, non possa essere solo delegata alla gestione degli stati o dei professionisti dell’accoglienza, ma che sia anche un’occasione straordinaria di incontro tra persone. Attiviamo dal basso un progetto di accoglienza diffusa dei migranti, che si integri con i progetti ufficiali, come già sperimentato in altri comuni. Stiamo quindi raccogliendo le disponibilità di persone e famiglie della Val Pellice ad accogliere a casa propria un richiedente asilo che è attualmente ospite nei progetti di accoglienza in Valle, per dare continuità a questi progetti, oppure di mettere a disposizione un alloggio vuoto e sfitto.