Il mondo è arrivato a Villar Pellice

In seguito all’arrivo a Villar Pellice di 60 richiedenti asilo, e in seguito a tutti gli avvenimenti correlati, abbiamo scritto questo volantino, ricordando che l’accoglienza per noi è un bene comune, come l’acqua, l’aria, le nostre montagne e tutto quello che ci fa vivere e condividere le nostre vite assieme agli altri.

Il mondo è arrivato a Villar Pellice

Sono arrivati i primi migranti. Non hanno certo scelto loro di venire a Villar, e di venirci in sessanta. Non l’ha scelto il comune. Siamo un po’ disorientati noi come lo sono certo loro.

Per mesi abbiamo visto in ogni telegiornale le immagini dei migranti che dall’Africa, dalla Siria, dal Pakistan, dall’Afghanistan cercano in ogni modo di arrivare in Europa per provare a vivere una vita migliore. Abbiamo visto i migranti aggrappati agli scogli di Ventimiglia, quelli che cercavano di attraversare il tunnel sotto la Manica a Calais, varcare il filo spinato in Macedonia. Abbiamo visto i barconi dalla Libia e le file di bare a Lampedusa.

Adesso il mondo che abbiamo visto in televisione è arrivato qui. E non possiamo far finta di niente.

I migranti sono qui come in altri cento posti d’Italia. Come in altri Comuni della valle, a Torre, a Luserna. Hanno le stesse facce e le stesse storie di quelli che nelle campagne di Saluzzo raccolgono la frutta. Gli stessi che raccolgono i pomodori in Campania e in Puglia, le arance a Rosarno.

Dopo il primo, e comprensibile, momento di disorientamento, dobbiamo decidere cosa fare? Possiamo decidere di accoglierli bene, di farci prendere dalla curiosità per questo mondo che è arrivato nella nostra Valle, vedere in quelle persone degli uomini, provare a salutarli, a conoscerli, a parlarci. A trovare insieme semplici regole di convivenza. Inventandoci piuttosto una lingua con cui comunicare. Aiutando, per come possiamo, lo sforzo della Diaconia. Cercando di superare diffidenze e problemi.

In questi casi si dice che sia meglio costruire ponti e non alzare muri. Conviene a tutti.

Ci può aiutare ricordare che anche noi siamo andati per secoli altrove a cercare fortuna? Ricordarci che quando avevamo la guerra in casa, nel 1687, siamo andati noi a Ginevra, nei cantoni protestanti svizzeri, in Germania, come rifugiati, e lì accolti a migliaia? Se questo pensiero ci aiuta, bene.

È stato un bene che quelle scritte ostili contro i migranti siano state subito corrette, è stato un bene che i primi migranti siano stati accolti con gentilezza alla Crumiere, è bene che sindaco e giunta recuperino il tempo perso con la loro assenza.

Adesso spetta a ognuno di noi aiutarci per far riuscire al meglio questa impresa, con la nostra umanità e la nostra curiosità, aiutando i dubbiosi, rinforzando gli impauriti, sollecitando gli indifferenti, isolando con fermezza ogni manifestazione di razzismo.

Sì all’accoglienza

No al razzismo

Salviamo i fiumi della val Pellice!

trasformare l'acqua in oro

Salviamo i torrenti della Val Pellice.

Negli scorsi anni sono state realizzate una quindicina di centraline idroelettriche sul Pellice e i suoi affluenti.

Si tratta di derivazioni con lunghe tubazioni che alimentano piccole centrali, sottraendo l’acqua ai torrenti che, nei mesi estivi e nei periodi di siccità, restano spesso privi di una portata sufficiente.

In teoria dovrebbe essere lasciato nel torrente un “deflusso minimo vitale” di acqua, ma questo non sempre avviene, con conseguente moria di pesci, danni alla fauna e alla vegetazione e un ambiente desolato dove prima si ammiravano cascate e pozze d’acqua profonde.

Tutto ciò per ottenere una modesta produzione di energia elettrica teoricamente “pulita”, ma che in realtà provoca  danni all’ambiente ed è giustificata soltanto dagli attuali incentivi statali (pagati dai consumatori con un aggravio del costo della bolletta).

Queste centraline vengono realizzate da società private solo per usufruire di questi sostanziosi contributi statali, impadronendosi di un bene pubblico come l’acqua, il cui utilizzo dovrebbe essere sempre molto prudente e, comunque, a favore della collettività.

Ma l’affare evidentemente rende bene. Negli ultimi mesi sono state presentate le richieste per la costruzione di un’altra quindicina di centraline: se venissero realizzate ci troveremmo con il bacino montano e vallivo del Pellice e dei suoi affluenti quasi completamente intubato e privatizzato.

Non solo perderemmo per molti decenni il controllo su uno dei beni primari del territorio, ma rischieremmo anche di assistere a un netto peggioramento della qualità dell’acqua, compromettendone lo stesso uso potabile, oltre che gli ambienti naturali e le attività turistiche e ricreative.

I Comuni della valle non sembrano aver preso molto sul serio questo problema e assistono silenziosi (quando non complici) a sempre nuove privatizzazioni dei nostri torrenti. Anche i cittadini sono poco informati e sembrano conoscere poco la situazione e il rischio di distruzione di un elemento fondamentale del nostro ambiente naturale e della nostra vita stessa.

L’acqua è un bene comune, sia quando sgorga dalle fontane e dalle sorgenti, sia quando scorre nei ruscelli e nei torrenti. Noi vogliamo difenderla. Per questo motivo abbiamo costituito il Comitato beni comuni Val Pellice.

salviamo i fiumi della valpellice!