Comunicato sull’incontro di giovedì 24 marzo

L’incontro di giovedì 24 sulla centrale a biomasse di Luserna, organizzato dal Comitato Beni Comuni Val Pellice, ha visto la presenza attenta e partecipe di molti cittadini.

Durante l’incontro sono state ribadite alcune questioni che erano già emerse nell’incontro precedente del 9 marzo organizzato dall’amministrazione comunale:

1. e’ chiarissima e netta l’opposizione della popolazione di lusernese all’apertura della centrale a biomasse;

2.  la collocazione della centrale nella vicinanza di abitazioni e impianti sportivi e’ semplicemente insensata;

3.   e’ stato ribadito che l’unica logica nell’apertura della centrale di Luserna sia la logica del guadagno individuale di un singolo imprenditore e sia legata soltanto all’incentivazione statale sulla produzione di energie cosiddette “rinnovabili”, come nel caso delle centraline idroelettriche che infestano i fiumi della Valle: senza quegli incentivi i proprietari dell’impianto non avrebbero mai aperto quella centrale;

4.   la centrale a biomasse non sta svolgendo alcuna funzione di pubblica utilità per la cittadinanza in quanto la prevista rete di cogenerazione termica al momento e’ solo un insieme di linee sulla carta; il sindaco di Luserna e l’assessore al bilancio, presenti all’incontro, hanno confermato che il Comune non intende allacciare alcun edificio pubblico a questo impianto comunicando anche che il Comune è comunque vincolato contrattualmente con Acea fino al 2020;

5. non realizzando le rete di teleriscaldamento l’energia erogata dalla centrale va per il 20% in elettricità, mentre l’80% viene sprecato, quindi la centrale ha attualmente una resa bassissima;

6.  e’ negativa l’assenza degli amministratori degli altri Comuni della Valle in entrambi gli incontri, a partire dagli amministratori di Torre Pellice sul cui territorio ricadono gli effetti negativi della centrale. I tecnici dell’Agenzia Metropolitano avevano dichiarato che nessun’ altra amministrazione della Valle ha richiesto il monitoraggio dell’aria;

A partire da queste premesse sono emerse una serie di proposte su cui i cittadini sono disponibili ad attivarsi:

1. manifestare il disaccordo con la presenza della centrale attraverso il rifiuto ad allacciarsi al teleriscaldamento. Una scelta di consumo consapevole e condivisa che coinvolga cittadini, imprese ed amministrazione comunale;

2. continuare l’opera di raccolta di informazioni, iniziata con la pubblicazione del dossier elaborato dal nostro comitato, e diffondere i dati raccolti all’intera cittadinanza;

3. attivare forme di controllo sul materiale legnoso conferito alla centrale, e monitorarne tutto il ciclo produttivo.

4. costringere gli enti verificatori a forme di verifica delle emissioni in atmosfera maggiormente precise e immediatamente accessibili ai cittadini.

Luserna San Giovanni, 26 marzo 2016.

Serata pubblica – giovedì 24 marzo ore 18

Difendiamo  l’aria buona della Valle! La Centrale a biomasse è nociva!

Un dato è certo: l’aria della Val Pellice fino a gennaio era un’aria pulita, certo molto più pulita di quella che si respira normalmente nelle città della pianura padana. Questa è una buona notizia, ma noi vogliamo difendere quell’aria pulita, per noi e per i nostri figli!

L’assemblea voluta dall’amministrazione comunale di Luserna del 9 marzo ha dimostrato in modo evidente che noi, cittadini di Luserna continuiamo  ad essere contrari alla Centrale a biomasse, che non abbiamo alcuna intenzione di darci per vinti solo perché la centrale ha iniziato a funzionare e che non resteremo un anno con le mani in mano ad aspettare i dati dell’Arpa sulla qualità dell’aria.

  • Continuiamo a contestare la insensata collocazione della centrale nella vicinanza di abitazioni e impianti sportivi (e i tecnici dell’agenzia Metropolitana non hanno saputo spiegare in maniera convincente come sia potuto accadere che sia stato autorizzato un impianto di questo tipo in quel luogo).
    • Continuiamo a pensare che la centrale a biomasse non stia svolgendo alcuna funzione di pubblica utilità per la cittadinanza in quanto l’impianto di cogenerazione termica (obbligatoria per legge) al momento è solo un insieme di linee sulla carta. Il sindaco di Luserna ha detto che il Comune non intende allacciare alcun edificio pubblico a questo eventuale impianto.  Anzi crediamo che la lotta contro la centrale debba ripartire da qui, dall’impegno nel convincere  cittadini e imprese locali al non collegarsi all’impianto di cogenerazione termica della centrale, come manifestazione evidente del disaccordo con la presenza dell’impianto stesso.
    • Continuiamo a pensare che sia assurdo che, come spiegato dai tecnici provinciali, l’energia erogata dalla centrale va per il 20% in elettricità, mentre l’80% viene sprecato perché manca la rete di teleriscaldamento, quindi la centrale ha una resa bassissima.
    • E’ sempre più chiaro che, come hanno detto i tecnici della Città metropolitana (l’ex Provincia),  l’unica logica nell’apertura della centrale di Luserna sia la logica del guadagno individuale di un singolo imprenditore ed è legata soltanto all’incentivazione statale sulla produzione di energie cosiddette “rinnovabili” (esattamente come nel caso delle centraline idroelettriche che infestano i fiumi della Valle). Senza quegli incentivi l’imprenditore non avrebbe mai aperto quella centrale. Cioè, ci danneggia l’aria che respiriamo pagato con i nostri soldi!

 

  • Non siamo disposti a svendere la nostra salute per risparmiare quattro soldi!!!

 

  • E’ evidente che  è semplicemente demenziale l’assenza di un piano strategico territoriale che regoli la nascita e la collocazione di questo tipo di impianti.

Per questo, come Comitato per i Beni Comuni della Val Pellice, invitiamo il Comitato Luserna Attiva (che ha raccolto oltre 2.000 firme contro la centrale e che ha promosso le iniziative legali per ritardarne almeno l’apertura), le altre associazioni e soprattutto i cittadini ad incontrarsi per organizzare il proseguimento della giusta opposizione a questa nocività, non lasciando da soli le persone che abitano vicino alla centrale.

Vediamoci per una riunione

Giovedì 24 marzo ore 18

Sala d’arte comunale via ex Deportati e internati

Luserna San Giovanni

Dossier sulle biomasse

Abbiamo preparato un dossier sulla centrale a biomasse di Luserna, perché pensiamo sia importante che tutti si informino su una faccenda importante come questa. Il materiale, reperito da diversi documenti, siti internet, è un punto di partenza, uno spunto per una approfondita riflessione sulla qualità della nostra vita. Cosa vogliamo respirare? Domanda apparentemente semplice, ma in quest’epoca di propaganda “biomassista”, appare ineludibile. Qua sotto il link al dossier in formato .pdf da diffondere e l’introduzione del dossier.

dossier biomasse febbraio 2016

Tutto quello che avreste dovuto sapere sulla centrale a biomasse e non vi hanno mai detto.

A Luserna San Giovanni da qualche giorno ha iniziato la sua attività la centrale a biomasse.

Dopo una lunga e travagliata vicenda giudiziaria e varie modifiche del progetto iniziale, l’iter autorizzativo della Città Metropolitana di Torino ha consentito la messa in funzione dell’impianto. Questo è avvenuto nonostante l’opposizione di due amministrazioni comunali, l’attuale e la precedente, e l’opposizione popolare espressa anche con una raccolta di oltre 2.000 firme. Il motivo per cui non si è ottenuto di bloccare il progetto possiamo leggerlo nella autorizzazione alla costruzione rilasciata dalla Città Metropolitana in data 18 giugno 2012. Così recita uno dei punti della autorizzazione: “il dissenso espresso dalla amministrazione comunale sotto il profilo urbanistico ed edilizio preso in adeguata considerazione ponderando le esigenze di pianificazione e programmazione del territorio con quelle di rilievo comunitario connesse all’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili”. Come dire: “ È l’Europa che lo chiede”, ed in questo caso sono stati molto solerti ad accettare questa “richiesta” europea.

Denunciamo la follia di una legge, e dei vari regolamenti ad essa collegati, che consente ad un singolo imprenditore, con il paravento dell’Europa, di realizzare un impianto con un importante impatto sul territorio senza che il territorio stesso possa esprimersi ed eventualmente bloccare tale progetto. Siamo convinti che dietro questo sistema, diffuso a livello nazionale, ci sia una potente lobby che riesce a condizionare le scelte politiche. Parte in causa è certamente il Partito Democratico, che governa a livello nazionale, regionale e nella Città Metropolitana, e che avalla tale situazione. Va ricordata anche la responsabilità della amministrazione precedente di Luserna San Gionvanni, sempre di area del centro sinistra, per non essersi opposta convintamente e coerentemente sin dal nascere di questa vicenda.

A questo punto, con l’avvio del funzionamento dell’impianto, come comitato beni comuni Val Pellice, riteniamo necessario provare a dare ai cittadini dell’intera Valle l’informazione che finora nessuno ha dato su questo impianto.

Riteniamo che proprio la corretta informazione sia fondamentale per creare consapevolezza nei cittadini.

Vorremmo anche che questa vicenda diventi un esempio per tutta la Val Pellice, perché situazioni del genere non si ripetano più in futuro.

Centrale a biomasse a Luserna San Giovanni

centrale-biomasse-foto

Non bruciamo il nostro futuro!

Nessuno riuscirà a convincerci che nel 2016 abbia senso avviare un impianto di tipo industriale nel centro di Luserna San Giovanni. Siamo (quasi) sicuri che le emissioni della centrale a biomasse,

salvo incidenti, resteranno sempre entro i limiti massimi stabiliti dalla legge, ma non ci consola essere inquinati a termini di legge!

Con la messa in funzione della centrale a biomasse tutti subiremo certamente questi effetti collaterali:

Peggiorerà la qualità dell’aria e del suolo, perchè tutta la produzione di elementi inquinanti è aggiuntiva rispetto a quelli già presenti.

Avrà un effetto negativo sulla vocazione turistica dell’intera valle, un impianto di questo tipo pregiudica negativamente i flussi turistici che puntano ad una alta qualità ambientale.

Compromette le attività agricole e di allevamento, in particolare quelle di tipo biologico.

Aumenta, a termini di legge, i rischi sanitari cancellando ogni principio di precauzione.

Deturpa il paesaggio nell’area attrezzata più estesa, dal punto di vista ludico-sportivo, dell’intera Valle.

Compromette qualsiasi possibilità di riqualificare questa intera area.

Svaluta in modo consistente il patrimonio edilizio di una vasta zona attorno alla centrale.

Non porta nessun beneficio dal punto di vista occupazionale ed economico.

Aumenta in modo importante il traffico di autocarri in transito nel punto della Valle già pesantemente condizionato dal traffico.

Per la somma di tutti questi effetti incide negativamente ben oltre i confini del Comune di Luserna San Giovanni.

Non accettiamo che tutti questi effetti negativi, anche se fossero contenuti nei limiti massimi consentiti dalle leggi, siano indotti dall’unico scopo della centrale che è quello di creare profitto.

Cliccando qua si può scaricare questo volantino in formato .pdf comodo da stampare e diffondere.

per Giulio Regeni

Per ricordare Giulio Regeni ci ritroviamo giovedì 18 febbraio alle ore 20 a cena al Bistrò di Torre Pellice. Durante la serata leggeremo insieme il suo ultimo articolo apparso sul Manifesto e ne discuteremo. Per prenotare puoi chiamare al numero 3358317082.

Qua sotto il testo del volantino che annuncia l’iniziativa:

Giulio Regeni uno di noi

Giulio Regeni è stato sequestrato, torturato e ucciso in Egitto dai servizi di sicurezza di una dittatura militare nata sulle ceneri della Primavera araba. Giulio è sparito nel nulla il 25 gennaio, nel quinto anniversario della rivolta di Piazza Tahrir, che aveva buttato giù il precedente dittatore, Mubarak. Giulio era un ricercatore curioso, interessato alle forme di autorganizzazione sociale, ai sindacati indipendenti dei lavoratori egiziani che si battono per la libertà e per una maggiore giustizia sociale.

Noi ci riconosciamo in Giulio.

giulio regeniGiulio, ti riconosciamo come uno di noi.

Noi che abbiamo provato la tua paura nelle celle di Bolzaneto, nella scuola Diaz, nelle piazze e nelle strade di Genova durante il G8 nel 2001 di fronte ad una repressione impazzita. Noi che abbiamo provato la tua curiosità, ogni volta che abbiamo visto donne e uomini in lotta, dalla Val di Susa a Piazza Tahrir in Egitto, da Puerta del Sol a Madrid a piazza Taksim a Istanbul, da piazza Syntagma ad Atene a Zuccotti Park a New York fino ai kurdi che hanno difeso Kobane nel Rojava in Siria.

Una felice giornata a Villar Pellice

Domenica 24 gennaio 2016 si è svolta a Villar Pellice la nostra piccola manifestazione contro la proposta di realizzare una nuova centralina idroelettrica nella comba dei carbonieri. Una cinquantina di adulti e numerosi bambini hanno accompagnato questo colorato corteo per le vie di Villar in una mattinata piena di sole. Sono stati distribuiti questi volantini e la mappa idroelettrica realizzata dal nostro comitato. Abbiamo il piacere di condividere con voi alcune foto che raccontano la giornata:

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I primi cartelli cominciano a comparire in piazza Willy Jervis…

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I bambini se ne impossessano presto, agitandoli al sole. Primi capannelli di persone si formano.

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Viene preparato un secchio con la scritta “Acqua bene comune – No a nuove centraline“.

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Ci si avvicina alla fontana per riempire il secchio.

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Il secchio viene affidato a un bimbino che lo porterà in corteo.

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Ci si muove per le vie di Villar!

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Il secchio con l’acqua presa dalla fontana – acqua di tutti! – viene simbolicamente portato davanti al comune.

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Ecco il secchio, che simbolicamente vorrebbe spronare l’amministrazione e la sindaca di Villar a occuparsi dei pericoli derivanti dalla speculazione idroelettrica. L’acqua pubblica continuerà a essere svenduta per un piatto di lenticchie?

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Il temibile Children Block. Cosa gli racconteremo quando non ci sarà più acqua nei torrenti?

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Alcuni richiedenti asilo ospitati alla Crumiere vengono coinvolti in un ballo che segna la fine della mattinata. Un bell’epilogo fatto di socialità, apertura e condivisione, nell’augurio che i corpi che si intrecciano nella danza continuino a essere solidali e fraterni.

Un articolo di Marco Rostan sulla giornata si può leggere su Riforma online.

Domenica 24 gennaio 2016

In Val Pellice si sta chiedendo l’autorizzazione per l’ennesima centralina idroelettrica.
La MICROHYDRO Srl vuole costruire la nuova centralina sul torrente Comba Tornau nel Comune di Villar Pellice (TO), nella Comba dei Carbonieri. Questo torrente confluisce nel Ghicciard che a sua volta è un affluente del Pellice. Nella Comba dei Carbonieri ci sono già due altre centraline. La nuova centralina avrebbe una Potenza di Concessione di 49,86 kW con una condotta forzata di lunghezza 590.00 m. Il Pellice e i suoi affluenti stanno per essere completamente intubati.
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Con la scusa dell’energia rinnovabile, si producono quantità irrisorie di energia solo per ottenere gli incentivi statali e guadagnare con questi. È in atto uno scempio ambientale per l’interesse di poche persone, che danno le briciole dei loro guadagni ai Comuni.
È importante che tutti si rendano conto e si informino di quanto sta accadendo, per questo proponiamo:

Domenica 24 gennaio 2016 dalle ore 10 e 30: ci troviamo in piazza Jervis a Villar Pellice.

Ci sarà un volantinaggio con musica, che sarà l’occasione per tutti di informarsi e discutere assieme di queste nocività che incombono sui nostri fiumi. Alle 11, un secchio di acqua pubblica verrà portato simbolicamente davanti al comune, con lo slogan:

“Acqua bene comune, No a nuove centraline!”

Oltre ai diversi esseri che abitano il fiume, e che ci tengono alla sua sopravvivenza, si aggiunge a questa lotta anche la “Salamandra Lanzai”, il cui habitat naturale è gravemente minacciato da queste piccole ma molto dannose opere.

Comitato beni comuni Val Pellice

Qua si può scaricare il volantino in formato PDF da stampare in formato A4, oppure in formato A5.

volantino comba tornau

La sindaca di Villar Pellice sbaglia e non aiuta la comunità

sindaca

La sindaca di Villar Pellice Lilia Garnier fin da agosto ripete sempre la stessa storia: “sessanta migranti a Villar sono troppi”. Rispettiamo questa idea, ma un sindaco non può fermarsi ad una idea sola.
Dovrebbe aiutare la sua comunità ad affrontare positivamente una situazione nuova e inedita per Villar Pellice, invece di ripetere sempre e solo la stessa filastrocca.

Abbiamo inutilmente aspettato in silenzio (per non creare polemiche) un gesto di apertura da parte sua, uno solo, che finora non è mai arrivato. Per questo, adesso, diciamo pubblicamente che il sindaco ha sbagliato, e ha sbagliato gravemente per i seguenti motivi:

  1. non essere presente al momento dell’arrivo dei richiedenti asilo, perché era necessaria una sua parola in quel momento. Le parole giuste sono state trovate da Don Buffa, dai rappresentanti della Diaconia Valdese. Sono mancate solo le sue.
  2. non andare alla Crumière nei giorni successivi all’arrivo dei migranti per incontrarli, perché quelle sono persone che vivono e vivranno per mesi a Villar, e non sono fantasmi che basta ignorare perché scompaiano.
  3. non pensare di utilizzare la Festa d’autunno del 18-19 ottobre per costruire un momento di incontro tra gli abitanti e gli ospiti della Crumière, facendo invece, come ha fatto, pressione sulla Diaconia perché quel giorno i richiedenti asilo “gentilmente” sparissero dalla circolazione per evitare problemi.
  4. non essere presente alla Festa dell’accoglienza organizzata dalla Diaconia valdese il 31 ottobre alla Crumière, perdendo un’altra occasione importante;
  5. non ricordare ai cittadini della Valle che la Crumière era chiusa dal 2005, a causa del fallimento dell’AGESS (del cui CdA faceva parte anche la Signora Lilia Garnier); Crumière ristrutturata con soldi pubblici (cioè nostri), poi ricomprata con soldi pubblici (cioè sempre nostri) dalla Regione e non più utilizzata da allora e che finalmente è stata restituita ad un uso sociale. Forse, se in dieci anni ci fosse stato un progetto diverso e non l’abbandono, adesso parleremmo di altro.

Sembra quasi che il sindaco non aspetti altro che succeda qualcosa per veder confermare la sua tesi preconcetta che sessanta migranti sono troppi per Villar e che questo progetto di accoglienza e di integrazione è destinato a creare problemi.
E’ quello che è successo giovedì 5 novembre di fronte ad un episodio certo negativo, ma di ridotte dimensioni (due migranti della Crumière hanno litigato su un pullman), ha convocato in fretta e furia un incontro in Comune con i genitori dei ragazzini che usano il mezzo, drammatizzando così l’accaduto.

Se avessero litigato due italiani la riunione sarebbe stata convocata ugualmente?

Non ci risulta che il sindaco abbia convocato le mamme dei giovani che si sono ubriacati alla festa del paese: è meno grave perché sono bianchi? I problemi che potranno sorgere devono essere affrontati da tutti con serietà, non con strumentalizzazioni inutili, non alimentando paura e diffidenza.

Costruire le condizioni della convivenza tra tutti dovrebbe essere sentito come un dovere da parte di un sindaco.
Continuare in questo atteggiamento ostile significa lavorare di fatto contro l’integrazione, atteggiamento tanto più grave per chi ha incarichi istituzionali.

Molti cittadini di Villar Pellice e della valle, donne e uomini di buona volontà, nonostante questo, si stanno dando da fare per superare le difficoltà e aiutare il progetto di accoglienza della Crumière.
Il Sindaco, finalmente, faccia la sua parte!

Lo sviluppo insostenibile di Agess S.p.A.

Storia di un fallimento in Val Pellice

Questa è  la storia di Agess S.p.A., l’Agenzia per lo Sviluppo Sostenibile (Agess) nata in Val Pellice nel 1999 e  fallita nel 2005.

Il suo fallimento ha portato ad un buco di 5 milioni di euro, a diversi processi e a un contenzioso sul pagamento di due milioni e trecentomila euro a Fallimento Agess S.p.A.

A pagare per quel fallimento sono stati i cittadini del pinerolese, mentre ex dipendenti e molti creditori aspettano ancora di essere liquidati.

La storia di Agess è la storia di un fallimento imprenditoriale, ma è soprattutto la storia di un fallimento amministrativo e politico di un gruppo dirigente di centro-sinistra che ha amministrato la valle in quegli anni, che ha cercato di mettere a valore un territorio inseguendo flussi di finanziamenti regionali, provinciali, europei e quelli dei grandi eventi come le Olimpiadi invernali 2006.

La storia di Agess, il suo fallimento, il pagamento del suo debito che si è trascinato fino ad oggi, sono i segni che i tempi sono maturi per passare dalla critica dell’azione altrui al momento in cui i cittadini sostituiscano definitivamente quel personale politico-amministrativo e superino quelle pratiche di gestione del territorio che lasciano dietro di sé evidentemente solo macerie.

Il comitato beni comuni val Pellice ha curato un dossier informativo sulla storia di Agess:

Cliccando qua si può scaricare il DOSSIER INFORMATIVO su Agess (in bassa risoluzione 8Mb).

Cliccando qua si può scaricare il DOSSIER INFORMATIVO su Agess (in alta risoluzione 18Mb).

sviluppo insostenibile