Alla Crumière c’è un problema: collaboriamo tutti insieme per risolverlo

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Alcuni giorni fa due ospiti della Crumière hanno litigato in mensa. Un operatore, da poco assunto, intervenendo per fermare il litigio, è stato non intenzionalmente colpito da un piatto provocandosi un taglio sul sopracciglio che è stato medicato in ospedale.

La conseguenza è che due richiedenti asilo, ospiti da 11 mesi della Crumière,  hanno ricevuto la comunicazione della revoca delle misure di accoglienza e lunedì 1 agosto devono lasciare la Crumière, sulla base dell’articolo 23 del Decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142 che prevede l’allontanamento dal centro per aver violato in modo grave e ripetuto il regolamento del Centro di accoglienza e le regole della civile convivenza.

Questo fatto sta ovviamente creando  malumore e non è compreso dagli ospiti della Crumière, anche perché avevano ricevuto rassicurazioni che l’episodio non avrebbe avuto questo esito.

Sappiamo che i rifugiati della Crumière si sono riuniti e hanno parlato di questo problema che per loro è chiaramente molto importante in un momento delicato: molti di loro in questi giorni andranno in Commissione e sanno che la Crumière a breve chiuderà e che saranno ricollocati in alloggi in valle.

Anche per questo riteniamo che in questo momento questo episodio non sia affatto secondario, ma che assume una valenza che va al di là del singolo episodio e che quindi deve essere ben meditato.

La lite doveva giustamente essere sanzionata, ma la misura dell’espulsione dal percorso di accoglienza sembra a tutti noi esagerata: non ci si trova di fronte a ripetute violazioni, ma ad un episodio, e nessun operatore è stato aggredito, ma un operatore, intervenuto a dirimere un forte diverbio, è stato accidentalmente colpito da un piatto.

Noi, in questi 11 mesi, abbiamo avuto modo di conoscere Amara e Abdallah, i due richiedenti asilo coinvolti nel litigio, hanno partecipato al Laboratorio di scambio linguistico che abbiamo attivato e a molte iniziative che abbiamo fatto. Amara è uno dei sarti del Laboratorio di sartoria “Abito qui” della Crumière. Amara è nato nel 1997, cioè ha 19 anni, è arrivato in Italia un anno fa a 18 anni.

Non abbiamo dubbi che sia sbagliato litigare o spintonarsi e che questo episodio si poteva e si doveva evitare, ma anche a noi sembra che questa misura che interrompe bruscamente un percorso di accoglienza e di integrazione, possa essere ridiscussa o che comunque i suoi effetti possano essere attutiti.

Anche per far concludere bene l’esperimento di accoglienza della Crumière di Villar, che è stato fino ad ora decisamente positivo.

Proponiamo quindi un percorso di mediazione del conflitto che, pur tenendo conto che la revoca delle misure di accoglienza è ormai stato emesso,   può avere questi passaggi:

  1. Un incontro tra una delegazione dei richiedenti asilo della Crumière e il Presidente della CSD, che permetta agli ospiti della Crumière di spiegare le loro ragioni, spiegando che non c’era alcuna intenzionalità di aggressione nei confronti dell’operatore.
  2. Noi siamo disposti ad ospitare temporaneamente i due richiedenti asilo nelle nostre case, in attesa di trovare una soluzione e del risultato del ricorso al TAR sulla decisione di allontanamento dalla struttura.
  3. L’attivazione di un percorso condiviso tra CSD, volontari, richiedenti asilo, per aiutare Amara e Abdallah a non distruggere per un singolo episodio, seppur negativo e grave, un percorso positivo di accoglienza.

Ci proponiamo fin d’ora di collaborare attivamente, se possibile, a cercare una soluzione condivisa da tutti, per far sì che questa importante esperienza di integrazione proceda positivamente fino alla sua conclusione ed evoluzione.

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