Passeggiata Idroelettrica 1

Sabato 18 luglio 2015 si è svolta la prima passeggiata sui luoghi dello sfruttamento idroelettrico, ci siamo ritrovati a Bobbio Pellice in piazza e siamo andati a vedere la centralina sul Pellice appena inaugurata, che pur essendo nel territorio di Bobbio riguarda Villar Pellice. Tutto il progetto viene presentato dal comune di Villar come un riordino di un impianto irriguo, ma in realtà si tratta di un impianto idroelettrico a tutti gli effetti. Come giustamente ha fatto notare qualcuno del comitato:

“I dati che servono a smascherare l’operazione che sta dietro alla centralina di Villar sono:

– 900.000 euro di contributo dalla Regione per il “riordino irriguo” e 400.000 euro da un privato per partecipare agli utili della centralina idroelettrica; dunque: ci facciamo costruire un impianto idroelettrico utilizzando in gran parte fondi pubblici per poi spartire gli utili con un privato (ricordando che anche il Consorzio Irriguo Val Pellice-Cavourese è un soggetto privato);
– dal disciplinare di concessione di derivazione rilasciato dalla Città Metropolitana si ricava che la derivazione sarà di 110 litri/secondo medi per tutto l’anno (12 mesi) ad uso idroelettrico e di 34 litri/secondo medi per 6 mesi  l’anno (15 aprile – 15 ottobre); e questo sarebbe un impianto irriguo?”

Qua sotto la locandina:

passeggiata idroelettrica 1

 

E qua una foto della passeggiata, dove c’è lo striscione c’è la presa della centralina.

salviamo i tumpi

Serata pubblica sulle centraline idroelettriche

Il 9 luglio 2015 abbiamo organizzato una serata pubblica sul tema dello sfruttamento idroelettrico a Torre Pellice, nella sala Filippo Scroppo della Biblioteca Comunale. Si può ascoltare un commento rilasciato da Marco Baltieri, che era il relatore della serata, a Radio Beckwith, cliccando al link qua sotto:

 

 

articolo su Riforma 1

Poco prima della prima serata pubblica del comitato, è uscito su Riforma, settimanale delle Chiese Evangeliche Battiste, Metodiste e Valdesi, un ampio articolo a firma di Samuele Revel. Pur non condividendo tutto l’articolo, lo riportiamo con piacere qua sotto.

“È nato il «Comitato beni comuni Val Pellice» e ha studiato la situazione torrente e dei suoi affluenti.

Fiumi, torrenti e canali stanno attirando l’attenzione di molti in questi ultimi anni. Gli incentivi e le direttive Europee vanno come ben sappiamo nella direzione del risparmio energetico e nello sviluppo delle energie alternative. È quindi naturale che le valli alpine suscitino un notevole interesse visti i notevoli dislivelli dei corsi d’acqua. Della val Germanasca e Chisone abbiamo ampiamente parlato nei mesi e negli anni scorsi. Abbiamo incontrato il comitato «Salviamo i Toumpi» e le amministrazioni e ci sono stati illustrati i vari progetti (sicuramente quello più importante e che affonda le sue origini ormai alcune decine di anni fa è quello della grande centrale prevista a Perrero).

La val Pellice è interessata come le altre vicine da queste opere. Ad Angrogna sono nate negli anni scorsi due centrali lungo l’asse di fondovalle che hanno fatto discutere ma si sono rivelate una fonte di introiti per il Comune, sempre meno sostenuto dallo Stato e anche di questa situazione abbiamo scritto ampiamente.

Uno sguardo complessivo sulla valle tutta ora lo da il «Comitato beni comuni Val Pellice». Nella cartina che trovate in questa pagina si possono vedere le tratte di torrente già sfruttate (in rosso) e quella che su cui sono stati presentati progetti di sfruttamento. «Negli scorsi anni sono state realizzate una quindicina di centraline idroelettriche sul Pellice e sui suoi affluenti –ci spiegano dal Comitato –; si tratta di derivazione con lunghe tubazioni che alimentano picole centrali, sottraendo l’acqua ai torrenti che, nei mesi estivi e nei periodi di siccità, restano spesso privi di una portata sufficiente». C’è però una norma che prevede il deflusso minimo vitale. «Esatto ma questo non sempre viene rispettato con conseguente moria di pesci, danni alla fauna e alla vegetazione e un ambiente desolato dove prima si ammiravano cascate e pozze d’acqua profonde». In questi ultimi anni sono arrivate molte altre richieste: qualche futuro si prospetta? «Sono circa quindici i progetti presentati e se venissero realizzati tutti ci troveremmo con il bacino del montano e vallivo del Pellice e dei suoi affluenti quasi completamente intubato e privatizzato. Il rischio è che per molti decenni perderemmo il controllo su uno dei beni primari del territorio e rischieremmo anche di assistere a un netto peggioramento della qualità dell’acqua, compromettendone lo stesso uso potabile, oltre che gli ambienti naturali e le attività turistiche».

Per capirne di più la cittadinanza è invitata giovedì 9 luglio alle 21 a Torre Pellice alla Biblioteca Comunale in via Roberto d’Azeglio per una sera informativa e di confronto.

L’argomento è importante perché lo sfruttamento delle risorse non rinnovabili ha il futuro segnato, sul nucleare, almeno in Italia, c’è un fermo rifiuto popolare e quindi le rinnovabili sono l’unico modo per ottenere energia. Bocciati gli impianti fotovoltaici nei prati e le torri eoliche rimangono i tetti e le acque.

Le alternative ci sono: a esempio gli impianti a vite di Archimede (coclea idraulica) sono già una realtà in altre zone d’Italia e hanno un impatto sicuramente meno «pesante» rispetto alle tubazioni e alle centraline.”

L’articolo originale si può trovare qui

Salviamo i fiumi della val Pellice!

trasformare l'acqua in oro

Salviamo i torrenti della Val Pellice.

Negli scorsi anni sono state realizzate una quindicina di centraline idroelettriche sul Pellice e i suoi affluenti.

Si tratta di derivazioni con lunghe tubazioni che alimentano piccole centrali, sottraendo l’acqua ai torrenti che, nei mesi estivi e nei periodi di siccità, restano spesso privi di una portata sufficiente.

In teoria dovrebbe essere lasciato nel torrente un “deflusso minimo vitale” di acqua, ma questo non sempre avviene, con conseguente moria di pesci, danni alla fauna e alla vegetazione e un ambiente desolato dove prima si ammiravano cascate e pozze d’acqua profonde.

Tutto ciò per ottenere una modesta produzione di energia elettrica teoricamente “pulita”, ma che in realtà provoca  danni all’ambiente ed è giustificata soltanto dagli attuali incentivi statali (pagati dai consumatori con un aggravio del costo della bolletta).

Queste centraline vengono realizzate da società private solo per usufruire di questi sostanziosi contributi statali, impadronendosi di un bene pubblico come l’acqua, il cui utilizzo dovrebbe essere sempre molto prudente e, comunque, a favore della collettività.

Ma l’affare evidentemente rende bene. Negli ultimi mesi sono state presentate le richieste per la costruzione di un’altra quindicina di centraline: se venissero realizzate ci troveremmo con il bacino montano e vallivo del Pellice e dei suoi affluenti quasi completamente intubato e privatizzato.

Non solo perderemmo per molti decenni il controllo su uno dei beni primari del territorio, ma rischieremmo anche di assistere a un netto peggioramento della qualità dell’acqua, compromettendone lo stesso uso potabile, oltre che gli ambienti naturali e le attività turistiche e ricreative.

I Comuni della valle non sembrano aver preso molto sul serio questo problema e assistono silenziosi (quando non complici) a sempre nuove privatizzazioni dei nostri torrenti. Anche i cittadini sono poco informati e sembrano conoscere poco la situazione e il rischio di distruzione di un elemento fondamentale del nostro ambiente naturale e della nostra vita stessa.

L’acqua è un bene comune, sia quando sgorga dalle fontane e dalle sorgenti, sia quando scorre nei ruscelli e nei torrenti. Noi vogliamo difenderla. Per questo motivo abbiamo costituito il Comitato beni comuni Val Pellice.

salviamo i fiumi della valpellice!