Per una società aperta

Quello che sta succedendo in queste settimane in Europa è qualcosa di storico. Da Ventimiglia all’Eurotunnel a Calais, dall’Ungheria alla Macedonia, i confini vengono attraversati, violati, contesi, da migliaia di perone in fuga dalla guerra, dalla miseria, in cerca di un futuro migliore.

L’Europa risponde in maniera contraddittoria: si costruiscono muri e si arrestano i migranti in Ungheria, si chiude la frontiera danese, la Germania apre a 500.000 profughi siriani.
Il mondo è arrivato anche in Val Pellice: a Villar sessanta migranti sono ospitati alla Crumière. Altri sono a Luserna e a Torre.

Di fronte a questi eventi straordinari ognuno di noi deve prendere posizione.
Molti europei hanno saputo accogliere i migranti: i cittadini austriaci e ungheresi hanno fatto la spola tra la stazione di Budapest e la frontiera austriaca, aiutando i migranti che attraversavano a piedi l’Ungheria, e disobbedendo alle indicazioni del governo xenofobo ungherese.

Alla stazione di Monaco di Baviera e in Germania la solidarietà delle persone comuni nei confronti dei rifugiati è impressionante.
In Islanda migliaia di persone hanno dato disponibilità ad accogliere dei migranti a casa loro.
Europei per una società aperta al mondo da una parte,
chi costruisce muri, stende filo spinato, agita la paura, dall’altra.
Sta a noi, a ciascuno di noi, scegliere da che parte stare!

Accoglienza diffusa

Un’altra iniziativa in solidarietà ai richiedenti asilo:

PER UN PROGETTO DI ACCOGLIENZA DIFFUSA DEI MIGRANTI IN VAL PELLICE.

APRIAMO LE NOSTRE CASE!

In questa estate abbiamo assistito a qualcosa di straordinario, una ondata massiccia di arrivi di rifugiati, migranti, richiedenti asilo, che hanno attraversato le frontiere e i mari, scavalcando fili spinati e muri, percorrendo a piedi centinaia di chilometri, pur di sperare in un futuro migliore. Abbiamo pianto nel vedere la foto del bambino siriano annegato sulle spiagge turche In Europa c’è chi ha costruito muri e chi ha scelto di dare rifugio a chi scappa dalla guerra in Siria. Le associazioni, le chiese hanno messo in piedi progetti di accoglienza, come è successo ad esempio a Villar Pellice, mentre le inchieste dimostravano che altri speculavano e si arricchivano addirittura sui migranti. Papa Francesco ha chiesto di aprire le parrocchie ai migranti, chiedendo ad ogni parrocchia di accogliere 5 migranti. In molti si stanno muovendo. Tocca anche a noi fare qualcosa. Noi crediamo che questa situazione, che cambierà il volto dell’Europa, non possa essere solo delegata alla gestione degli stati o dei professionisti dell’accoglienza, ma che sia anche un’occasione straordinaria di incontro tra persone. Attiviamo dal basso un progetto di accoglienza diffusa dei migranti, che si integri con i progetti ufficiali, come già sperimentato in altri comuni. Stiamo quindi raccogliendo le disponibilità di persone e famiglie della Val Pellice ad accogliere a casa propria un richiedente asilo che è attualmente ospite nei progetti di accoglienza in Valle, per dare continuità a questi progetti, oppure di mettere a disposizione un alloggio vuoto e sfitto.

Il mondo è arrivato a Villar Pellice

In seguito all’arrivo a Villar Pellice di 60 richiedenti asilo, e in seguito a tutti gli avvenimenti correlati, abbiamo scritto questo volantino, ricordando che l’accoglienza per noi è un bene comune, come l’acqua, l’aria, le nostre montagne e tutto quello che ci fa vivere e condividere le nostre vite assieme agli altri.

Il mondo è arrivato a Villar Pellice

Sono arrivati i primi migranti. Non hanno certo scelto loro di venire a Villar, e di venirci in sessanta. Non l’ha scelto il comune. Siamo un po’ disorientati noi come lo sono certo loro.

Per mesi abbiamo visto in ogni telegiornale le immagini dei migranti che dall’Africa, dalla Siria, dal Pakistan, dall’Afghanistan cercano in ogni modo di arrivare in Europa per provare a vivere una vita migliore. Abbiamo visto i migranti aggrappati agli scogli di Ventimiglia, quelli che cercavano di attraversare il tunnel sotto la Manica a Calais, varcare il filo spinato in Macedonia. Abbiamo visto i barconi dalla Libia e le file di bare a Lampedusa.

Adesso il mondo che abbiamo visto in televisione è arrivato qui. E non possiamo far finta di niente.

I migranti sono qui come in altri cento posti d’Italia. Come in altri Comuni della valle, a Torre, a Luserna. Hanno le stesse facce e le stesse storie di quelli che nelle campagne di Saluzzo raccolgono la frutta. Gli stessi che raccolgono i pomodori in Campania e in Puglia, le arance a Rosarno.

Dopo il primo, e comprensibile, momento di disorientamento, dobbiamo decidere cosa fare? Possiamo decidere di accoglierli bene, di farci prendere dalla curiosità per questo mondo che è arrivato nella nostra Valle, vedere in quelle persone degli uomini, provare a salutarli, a conoscerli, a parlarci. A trovare insieme semplici regole di convivenza. Inventandoci piuttosto una lingua con cui comunicare. Aiutando, per come possiamo, lo sforzo della Diaconia. Cercando di superare diffidenze e problemi.

In questi casi si dice che sia meglio costruire ponti e non alzare muri. Conviene a tutti.

Ci può aiutare ricordare che anche noi siamo andati per secoli altrove a cercare fortuna? Ricordarci che quando avevamo la guerra in casa, nel 1687, siamo andati noi a Ginevra, nei cantoni protestanti svizzeri, in Germania, come rifugiati, e lì accolti a migliaia? Se questo pensiero ci aiuta, bene.

È stato un bene che quelle scritte ostili contro i migranti siano state subito corrette, è stato un bene che i primi migranti siano stati accolti con gentilezza alla Crumiere, è bene che sindaco e giunta recuperino il tempo perso con la loro assenza.

Adesso spetta a ognuno di noi aiutarci per far riuscire al meglio questa impresa, con la nostra umanità e la nostra curiosità, aiutando i dubbiosi, rinforzando gli impauriti, sollecitando gli indifferenti, isolando con fermezza ogni manifestazione di razzismo.

Sì all’accoglienza

No al razzismo