La campagna “io non mi allaccio” contro l’eventuale rete di teleriscaldamento della centrale a biomasse di Luserna centra il suo primo obiettivo: giovedì 7 luglio alle ore 11 e 30 verranno consegnate al Sindaco di Luserna, Canale, le prime MILLEDUECENTO CARTOLINE di adesione alla campagna, firmate da cittadini di Luserna e di Torre Pellice.
Non allacciarsi alla rete di teleriscaldamento collegata alla centrale è una scelta di consumo consapevole che serve a ribadire che la popolazione della valle è contraria a questa centrale, imposta contro il volere della popolazione, collocata in una posizione assurda, a ridosso dell’abitato e vicino al polo sportivo di Luserna, motivata esclusivamente dalla logica degli incentivi pagati da tutti i cittadini nella bolletta energetica e che fanno guadagnare solo una persona.
Segnaliamo che il 30 giugno 2016 l’ARPA ha pubblicato la Relazione sullo stato dell’Ambiente in Piemonte 2016: cambiamenti climatici al centro delle politiche ambientali regionali. Il documento è stato presentato a Torino dall’assessore regionale all’Ambiente Valmaggia e dal direttore generale dell’Arpa Robotto. In questa Relazione si legge a proposito dell’aria: “È da rilevarsi che la combustione da legno, e più in generale delle biomasse, negli ultimi anni ha assunto, e continua ad assumere, un’importanza crescente per le emissioni in particolare per il particolato e il benzo(a)pirene”.
Il cambio al vertice della Città Metropolitana (ex Provincia) con l’arrivo ai suoi vertici del nuovo sindaco 5stelle di Torino Chiara Appendino, è un segnale incoraggiante che può far finalmente riaprire il dibattito sulle energie rinnovabili (in particolare sulle centrali a biomasse e sulle centraline idroelettriche), per uscire finalmente dalla semplice logica del profitto economico a discapito dei territori e della salute dei cittadini.
Ci preoccupa invece che il decreto 23 giugno 2016 Gazzetta Ufficiale 150 del 29 giugno del governo Renzi renda operativi gli incentivi alle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico (quindi eolico, idroelettrico, geotermico, a biomassa e biogas, solare termodinamico), con un budget di 435 milioni di euro, che fa presagire una nuova corsa a progettare altri impianti idroelettrici e a biomasse, che , come nel caso di Luserna, possono essere costruiti con il solo fine di ricevere gli incentivi, senza tener conto della volontà della popolazione locale e dell’ambiente. A questo proposito, quando parliamo di “lobby delle biomasse”, pensiamo a interventi come quelli descritti in un articolo pubblicato da Il Sole 24 Ore del 1° luglio 2016 (“Per il futuro largo alle gare a norma Ue”): “Intanto se per le rinnovabili il futuro è ancora da scrivere, è bene ricordare che i “vecchi” impianti a biomassa hanno già trovato con la legge di Stabilità (legge 208/2015) un sostegno “privilegiato”. La legge ha previsto che agli impianti a biomassa, biogas e bioliquidi che hanno smesso di beneficiare degli incentivi al 1° gennaio 2016 o cesseranno entro il 31 dicembre 2016, viene concesso, dietro richiesta corredata di idonea documentazione, di godere fino al 2020 dell’80% dell’incentivo previsto dal Dm 6 luglio 2012″. È utile ricordare che gli incentivi vengono pagati dai cittadini in bolletta!