A Villar pellice è in progetto una nuova centrale a biomasse. Ancora non sappiamo che tipo di centrale sarà, e neanche abbiamo potuto visionare il progetto. Vi raccontiamo, attraverso un dossier scaricabile qua sotto, la sua piccola storia, nella speranza è che il racconto di questa vicenda apra una riflessione sul significato dei termini partecipazione e democrazia.
Scarica QUI il dossier realizzato dal Comitato Beni Comuni.
C’è anche un’intervista fatta da Radio Black Out a un partecipante del Comitato Beni Comuni ascoltabile QUI.
Nel caso che vi manchino elementi per poter criticare questo tipo di impianti proposti da Persone per Bene, aggiungiamo qua sotto un commento dell’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova:
Nostra conclusione pertanto è che l’inquinamento ambientale indotto dai tanti impianti a biomasse che si propongono in Italia, pur nel pieno rispetto delle norme vigenti, peggiora l’attuale qualità dell’aria dei territori che dovrebbero ospitarle, con le emissioni da camino e con quelle del traffico veicolare indotto (ossidi di azoto, polveri fini (PM10) ed ultra fini (PM2,5) e peggiora anche la qualità del suolo, e dei prodotti agricoli di questi stessi suoli, con le ricadute di composti organici persistenti (diossine, furani, idrocarburi policiclici) e probabilmente di metalli pesanti. I rischi sanitari indotti da questa contaminazione, per quanto piccoli possano essere stimati, non sono giustificati dai benefici collettivi indotti dalla realizzazione dell’impianto, il cui principale scopo è quello di massimizzare gli utili dei proponenti, in base agli attuali incentivi alla produzione di elettricità da biomasse.
A nostro avviso è giustificata l’opposizione alla realizzazione di questi impianti sia da parte delle comunità interessate, sia, spesso dei loro rappresentanti, in quanto le centrali a biomasse proposte non sono assolutamente una scelta obbligata, né tantomeno una scelta strategica allo sviluppo del Paese. Molti dei problemi ambientali e sanitari indotti dal loro esercizio potrebbero essere evitati o fortemente ridotti, se al posto della combustione delle biomasse venisse realizzato un diverso impianto per la produzione di energia da biomasse (ad esempio trattamento anaerobico delle biomasse con produzione di biogas e compost), con una capacità di trattamento idonea alla produzione locale degli scarti agricoli e di allevamento e degli scarti biodegradabili dei rifiuti urbani, raccolti con una opportuna separazione alla fonte.
Dr. Federico Valerio
S.S. Chimica Ambientale
Istituto Nazionale Ricerca Cancro, Genova